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CB FAMILY: Daniele Grosso


CB FAMILY: Daniele Grosso

Una società che crede nel futuro come il Collegno Basket non poteva che far guidare il poprio vivaio a un giovane ambizioso e brillante come lui. Nelle sue parole troverete un mondo di sogni, speranze e consapevolezza, tutti targati “CBfamily”. Questo e molto altro nell’intervista realizzata a Daniele Grosso, responsabile del settore giovanile dei Leoni. E restate con noi, perché il meglio deve ancora arrivare…

Daniele, sei giovanissimo ma già responsabile da qualche anno di un settore giovanile strutturato e rodato. Come vivi il tuo ruolo?

“Da collegnese sono molto affezionato alla mia città: qui è dove ho imparato a giocare a pallacanestro e, dopo le esperienze tra Torino Basket e PMS, tornare a casa per guidare questo settore giovanile è sicuramente stato un grandissimo onore. Il nostro vivaio è andato negli anni strutturandosi ed ampliandosi: personalmente ho sempre avuto la possibilità di svolgere al meglio il mio compito, grazie alla presenza di un grande staff tecnico e di una società che ci supporta costantemente. La qualità del mio lavoro, infatti, dipende strettamente dalla bravura di tutti i collaboratori e posso dire che abbiamo uno staff di altissimo livello. Credo che vivere in un ambiente così sia un piacere per tutti”.

Sei arrivato in un momento in cui il Collegno Basket stava ponendo le basi per una grande espansione. Raccontaci come stai vedendo crescere questa società…

“Al mio arrivo, o meglio al mio ritorno a Collegno, nella stagione 2013/2014, eravamo in pratica una società satellite di PMS, con un settore giovanile che contava 3 squadre, 2 allenatori e 45 ragazzi. Bene: oggi siamo indipendenti e abbiamo 8 squadre, ma soprattutto più di 120 giocatori, seguiti da uno staff di 13 allenatori. Adesso c’è anche una prima squadra, che milita in serie C Gold e rappresenta un obiettivo concreto da raggiungere per i nostri ragazzi. E’ un piacere vedere che sempre più famiglie ci riconoscono come punto di riferimento per la pallacanestro nel territorio a ovest di Torino”.

Entriamo nel dettaglio. Ritorno dei campionati d’eccellenza, due gruppi formati in diverse categorie e sempre più convocazioni nelle varie rappresentative: il tuo settore giovanile appare in ottima salute. Ti senti soddisfatto?

“Innanzitutto va riconosciuto l’eccezionale lavoro del nostro minibasket, che da un paio d’anni a questa parte ci permette di alimentare il settore giovanile con due squadre per annata. La qualità dei gruppi in uscita dal minibasket è decisamente elevata e la prospettiva è quella di proseguire su questo trend. Dalla scorsa stagione abbiamo ricominciato a frequentare i campionati d’eccellenza: sicuramente ci manca qualcosa ancora per competere con le società più importanti, ma il sesto posto assoluto dell’under 16 dello scorso anno, unito alle ottime prestazioni dell’under 15 eccellenza di quest’anno, così come i complimenti che riceviamo dalle squadre avversarie al termine di ogni gara ci dicono che siamo sulla strada giusta. L’obiettivo per i prossimi anni, invece, è consolidare sempre più la nostra presenza nei campionati d’eccellenza in ogni categoria. Le convocazioni nelle rappresentative regionali, infine, rappresentano un ulteriore attestato del lavoro che stiamo svolgendo sui singoli giocatori e dell’impegno che questi mettono quotidianamente”.

E adesso ci sono stati anche i tornei di Natale e si inizia a parlare di organizzare da protagonisti degli eventi. Come si sta muovendo il Collegno Basket?

“Tra gli elementi distintivi della nostra programmazione c’è da sempre la partecipazione a tornei in giro per l’Italia e non solo, poiché crediamo fortemente che sia importante arricchire il bagaglio di esperienze dei nostri giocatori grazie al confronto con realtà diverse da quelle piemontesi. Nel periodo natalizio i nostri esordienti sono andati a Santarcangelo di Romagna, l’under 15 a Bologna e l’under 13 ha disputato il prestigioso torneo di Ciriè, accumulando importanti occasioni di crescita. A febbraio andremo in Francia con l’under 13 e a Pasqua in Svizzera con l’under 14, mentre le altre nostre squadre gireranno per l’Italia. Nel ponte del primo maggio, poi, organizzeremo in prima persona un torneo nazionale di minibasket: sarà un’incognita, come ogni ‘prima volta’, ma sono sicuro che sarà un successo”.

A tuo parere, qual è una cosa che sta funzionando bene e una che dobbiamo cercare di migliorare, in prospettiva futura?

“Ciò che sta funzionando bene è la qualità dei nostri allenamenti e l’intensità con cui i ragazzi stanno lavorando: entrare in palestra durante un allenamento delle nostre squadre è sempre un piacere, perché si vedono atleti che hanno voglia di mettersi in gioco ed allenamenti funzionali agli obiettivi programmati. Ciò che invece dovrà costituire necessariamente un passo in avanti per il futuro sarà riuscire a creare il percorso più adeguato per permettere ai nostri giocatori di militare in campionati senior. Fino ad ora non avevamo avuto questo problema, perché i nostri ragazzi più ‘anziani’ sono nati nel 1999, ma d’ora in avanti dovremo essere bravi a tradurre nei fatti ciò che per il momento è solo sulla carta”.

E’ difficile semplificare senza cadere nelle banalità, ma secondo te cosa serve per costruire un vivaio che funziona? Qual è la ricetta del successo, se ne esiste una?

“Senz’altro serve il miglior staff tecnico possibile, compreso il preparatore fisico, perché quest’ultima è una figura indispensabile se davvero si vogliono formare dei giocatori. Poi sono necessari degli spazi adeguati per allenarsi, una programmazione fatta di obiettivi ambiziosi, ma raggiungibili, e una società disposta a seguire questa idea. Nel nostro caso siamo e saremo nel prossimo futuro una realtà in crescita, in quanto abbiamo un ottimo staff ed esiste un progetto concreto, che dovremo essere in grado di portare avanti passo dopo passo, senza affrettare i tempi. Gli ingredienti ci sono: sta ora ai componenti della nostra famiglia alzare quotidianamente la propria asticella e i risultati arriveranno”.

Chiudiamo tornando a te: qual è il tuo sogno dal punto di vista personale e quale l’obiettivo raggiungibile a cui tendere per il Collegno Basket?

“Le due cose, a dire il vero, coincidono abbastanza… Innanzitutto mi piacerebbe vedere in futuro le nostre squadre partecipare alle finali nazionali giovanili, consapevoli che questo è un obiettivo che nella pallacanestro di oggi non si può raggiungere da un giorno all’altro. Ma mi piacerebbe anche che i nostri giocatori riescano a vivere da protagonisti dei campionati senior di alto livello, e vedere il maggior numero possibile dei nostri ragazzi diventare allenatori, arbitri, dirigenti, medici, avvocati, ingegneri, cuochi, artisti o qualunque cosa vorranno diventare, perché ci piace pensare che Collegno Basket non sia solo una scuola di pallacanestro”.

Gianluca Tartamella